Cristiano Godano, la musica oggi: "Nei giovani conta la personalità"

Al Meeting di Rimini ci sarà spazio anche per la musica con la quinta edizione del Meeting Music Contest, competizione nata dalla sinergia con il Mei di Faenza. Anche quest’anno sei giovani artisti si sfideranno davanti a una giuria d’onore composta da Casadilego, vincitrice di X Factor 2020, Giordano Sangiorgi, Otello Cenci e Cristiano Godano. Il leader dei Marlene Kuntz sarà presente oggi nei padiglioni della Fiera per la finale (palco Piscine alle 21) e per l’incontro Quale futuro per gli artisti emergenti e le piccole realtà della musica (palco Piscine alle 18), in dialogo con Sangiorgi dei Mei. Godano, com’è cambiata la ‘gavetta’ degli artisti?
"Con Internet è cambiato tutto. Ora si pensa di poter arrivare al successo in modo veloce e senza passare dalla gavetta. A volte mi chiedo se abbia senso insegnare a mio figlio il valore del partire dal basso, quando attorno a lui non lo fa più nessuno. Noi veniamo da un altro mondo".
Quale mondo?
"Un mondo fatto di incertezza, piccoli concerti e ore in sala prove prima di incidere un disco. Oggi ci sono strumenti come l’autotune e molte scorciatoie". E lei come ha iniziato a fare musica?
"Con tanta disciplina e ore di prove per mettere a fuoco le capacità. Quando sono arrivati i primi concerti, eravamo pronti".
Presiederà la giuria insieme a Casadilego. Come vive questo ruolo?
"Non venivamo dal mondo dei contest, ma da quello dei live nei locali. Però potrebbe succedere di ascoltare qualcosa di bello, da dire ‘wow’ e questa è una grande opportunità".
Cosa cerca in un musicista? "L’originalità è il primo valore. La tecnica conta, ma viene dopo. Cerco personalità, non imitazione. Non vuol dire non avere modelli, ma non copiarli". Com’è cambiata la musica? "C’è un prima e un dopo Internet. Ha portato cose positive ma anche danni. Ora si fa musica gratis: diamo alle piattaforme e riceviamo poco o nulla". Le sue influenze musicali? "Provengo dal post punk e dalla new wave, da gruppi come Nick Cave e Sonic Youth. Musica introversa e aggressiva".
E oggi?
"Col tempo mi hanno influenzato anche Cohen, Dylan e Cash. A cinquant’anni si sente il bisogno di affrancarsi dai modelli". Come avete fatto a durare così a lungo?
"Essendo consapevoli che tutto poteva finire. Ogni disco era un’occasione per dare il meglio. E poi intelligenza nei rapporti: in quarant’anni mai un litigio devastante. I miei compagni hanno evitato la trappola della gelosia, anche quando i media mi dipingevano come il ’leader’".
Cosa ricorda dei primi anni con i Marlene?
"Volevamo farcela a tutti i costi. Tanta disciplina, sala prove e un’epoca favorevole alla nostra musica: né mainstream né troppo indie, figli dell’esplosione del grunge".
İl Resto Del Carlino